Lasciarsi ispirare dalla scienza, considerarla come strumento fondamentale di interpretazione della realtà e mantenere la cooperazione internazionale multidisciplinare come valore fondamentale di tutti i grandi programmi scientifici e della società moderna. E’ questo il messaggio fondamentale che l’Agenzia spaziale europea (European Space Agency, ESA) ha lanciato per bocca di Matteo Guainazzi, Study e Project Scientist dell’Agenzia, alla conferenza “Dalla Luna ai confini dell’Universo: il programma scientifico dell’Agenzia spaziale europea” che si è tenuta recentemente all’Università di Ferrara nell’ambito del ciclo di incontri “Non voglio mica la Luna”, promosso dal Laboratorio Design of Science dell’ateneo estense.

Solar Orbiter, la sonda che studierà il Sole e i venti solari è un po’ il simbolo di questa collaborazione.
Il programma è stato sviluppato in diverse sedi: quella centrale di Parigi e altre sette dislocate in Europa. Il lancio della sonda, lo scorso nove febbraio dal Centro spaziale guyanese di Kourou nella Guyana francese, è stato reso possibile grazie alla stretta relazione tra ESA e industrie private, che hanno prodotto lo spacecraft, il veicolo spaziale. Infine, il razzo vettore della missione dalla NASA, l’agenzia spaziale statunitense.
I rapporti tra agenzie ed enti esterni giocano un ruolo fondamentale anche nella competitività per lo sviluppo dei programmi aerospaziali internazionali.
Guainazzi, che non ha affrontato il tema della competizione con altri soggetti esterni all’ESA, ha confermato però il ruolo decisivo del finanziamento militare alle agenzie spaziali. Un esempio significativo è la differenza che sussiste tra due programmi simili (Theseus di ESA e Swift di NASA), entrambi volti allo studio, attraverso satelliti a infrarossi, delle esplosioni ad alta energia di eventi inattesi.
Ogniqualvolta accade un evento di questo tipo, i primi a registrare le evidenze sono gli scienziati NASA. La velocità di gestione delle missioni spaziali da parte di NASA, infatti, non è comparabile con quella di ESA. E questa disparità è imputabile al coinvolgimento dell’esercito statunitense. ESA d’altro canto si fregia di non avere relazioni con enti militari. Tuttavia, sostiene Guainazzi, il divario tra agenzie dovrebbe ridursi nel corso degli anni data la sempre maggiore complessità delle missioni spaziali internazionali e la richiesta di tecnologia sempre più sofisticata che porterà alla separazione tra agenzie e ambito militare.

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Dalla Luna ai confini dell’Universo con l’Agenzia spaziale europea
La cooperazione internazionale gioca un ruolo centrale secondo Matteo Guainazzi di ESA. Ma anche i militari fanno il loro gioco
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