La voce nel buio di un presentatore radiofonico ci conduce a trenta minuti dalla partenza della missione Capricorn one, il progetto NASA che deve portare l’uomo su Marte. Si apre così “Capricorn One”, il celebre film di Peter Hyams del 1978 che sarà proiettato alle 15,30 di sabato 18 gennaio – con ingresso gratuito – a Palazzo Turchi di Bagno nell’ambito delle attività collaterali alla mostra “Spazio 2019. Scienza e immaginario a cinquant’anni dallo sbarco sulla Luna”.

Durante le operazioni di lancio, la scoperta di un difetto al sistema di supporto vitale compromette la missione, dal cui esito dipendono il prestigio dell’ente spaziale e la possibilità di finanziamento governativo per i progetti a venire. La NASA decide così di inscenare l’arrivo su Marte: i tre astronauti vengono fatti uscire dalla navicella e trasportati in una base segreta nel deserto dove vengono obbligati a simulare, su un set cinematografico, un falso sbarco su Marte, mentre Huston e il mondo intero continuano a seguire il lancio di una navicella senza equipaggio.
Alla fine della missione viene diffusa la notizia che nelle operazioni di rientro un guasto allo scudo termico ha causato l’esplosione della navicella e la morte dei tre astronauti che, invece, scoperta l‘intenzione della NASA di eliminarli, tentano la fuga nel deserto. Intanto, un giornalista fiuta l’imbroglio, e ….
Mass media e complottismo
La pellicola si ispira alle teorie complottiste secondo le quali la missione dell’Apollo 11 non avrebbe trasportato realmente gli astronauti sulla Luna. Girato in un periodo in cui scottanti avvenimenti mettono in discussione la credibilità del governo degli Stati Uniti, il film si rivolge a un’opinione pubblica sempre più coinvolta dai mass media nella comunicazione di eventi drammatici. Sono gli anni dello scandalo Watergate e dei Pentagon papers, la cui pubblicazione dà conto di quanto l’amministrazione Johnson avesse mentito riguardo alla guerra in Vietnam.

In un’intervista al New York Times del 1978, Peter Hyams, che non fu mai sostenitoredelle teorie complottiste, ammette che il Watergate, pur non avendo ispirato “Capricorn One”, ha reso alcuni dei suoi contenuti stranamente profetici. Secondo il regista, l’opinione pubblica non era “ancora abbastanza scettica su alcuni dei suoi totem da compagnia ed in particolare la televisione”.
Nonostante siano passati quarant’anni, la pellicola offre anche oggi spunti di riflessione assolutamente attuali, evidenziando il grandissimo potere di persuasione e manipolazione dell’opinione pubblica ad opera dei mass media.
La proiezione è il secondo appuntamento della rassegna cinematografica “La Luna al cinema”, curata dal prof. Alberto Boschi dell’Università di Ferrara.
