Sul lato oscuro della Luna per esplorare meglio lo Spazio

Il progetto FARSIDE sfrutta l’assenza di “rumore” della faccia nascosta

“Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno” diceva Mark Twain. Eppure il lato oscuro ci attrae, stuzzica la nostra curiosità, ci affascina. Quello della Luna in particolare negli ultimi anni si presenta come lo scenario ideale per una nuova missione spaziale, volta a soddisfare ancora di più la nostra sete di conoscenza per l’Infinito che ci ospita. Un progetto tutto americano, guidato da Jack Burns dell’Università del Colorado e Gregg Hallinan del California Institute of Technology, che porta il nome di Farside Array for Radio Science Investigations of the Dark Age and Exoplanets (FARSIDE).

Rendering dell’array di FARSIDE, il cui progetto lo posiziona nel lato oscuro della Luna © NASA/JPL-Caltech/Jack Burns, Univ. of Colorado, Boulder.

Sappiamo che nello Spazio si propagano nello stesso istante tante onde elettromagnetiche, tutte diverse tra loro. Il progetto permette di studiare proprio gli effetti che derivano dalla composizione di tutte queste onde grazie a un array interferometrico a bassa frequenza radio proprio sul lato opposto del nostro satellite. Tale struttura consta di un rover, un lander, una stazione base, e un enorme complesso di antenne (ben 128) esteso lungo un raggio di dieci chilometri, connesse a una stazione base per l’elaborazione dei dati (probabilmente al vicino Lunar Gateway).

Tutto il materiale e le attrezzature necessarie verranno trasferiti sulla superficie lunare tramite il lander Blue Moon progettato da Jeff Bezos, dal design perfettamente in linea con i veicoli spaziali sognati negli anni Cinquanta.

Rappresentazione del lander Blue moon © Blue Origin.

FARSIDE si pone degli obiettivi decisamente ambiziosi: anzitutto, monitorerà continuamente non solo il nostro sistema solare ma anche i sistemi più vicini, alla ricerca di espulsioni di massa coronale (ovvero di materiale dalla corona del Sole) ed eventi energetici di particelle su altre stelle.

Lo strumento, inoltre, potrebbe rilevare le magnetosfere dei pianeti extrasolari più vicini potenzialmente abitabili, individuare attività simili anche nel nostro sistema solare, dal Sole ai pianeti esterni, compreso l’ipotetico Pianeta Nove, un supposto pianeta situato agli estremi del nostro sistema solare la cui esistenza spiegherebbe le anomalie osservate nel moto di alcuni corpi celesti vicini a Nettuno. In ultimo, ma non meno importante, potrebbe anche analizzare il sottosuolo lunare e monitorarne l’attività sismica. 

I costi per la realizzazione dell’ambizioso progetto si aggirano intorno agli 1,3 miliardi di dollari. «Negli ultimi dieci anni – si legge infatti nel rapporto del team -, le aziende intenzionate a sviluppare le capacità di consegnare payload sulla Luna hanno fatto investimenti significativi. La Nasa vuole supportare queste realtà attraverso il Commercial Lunar Payload Services Program, che ha assegnato di recente il primo contratto per la consegna di payload sulla Luna a tre società con obiettivo di lancio nel 2021.»

Perché proprio “il lato oscuro”? Mark Twain dovrà farsene una ragione e accettare che ora la Luna stessa dovrà mostrarsi a noi “a tutto tondo”. Il rapporto infatti descrive il lato nascosto della Luna come “una posizione privilegiata che ci permetterà di condurre osservazioni mai effettuate prima utilizzando tutta la potenza delle frequenze di Farside.” Il team a capo di questo progetto ha infatti sottolineato come lo sky noise (un insieme di variazioni atmosferiche che provoca errori sistematici nella misurazione delle fonti astronomiche) sia decisamente limitato sul lato lunare nascosto: pertanto esso rappresenta l’unica posizione all’interno del nostro sistema solare da cui sia possibile effettuare le osservazioni sperate. Inoltre, la sua vicinanza alla Terra rende la Luna un’ottima stazione di sosta lungo la strada verso Marte.