2019 Assalto alla Luna. Ma è solo l’inizio

Tra collaborazioni e missioni indipendenti, governi e aziende private di tutto il mondo, riprende la corsa verso il nostro satellite

Una lotta senza esclusione di colpi tra missione fallite e annunci audaci nella corsa alla Luna ha scandito l’anno appena passato, e il prossimo biennio si annuncia ancora più interessante. Protagonisti non solo i soliti Stati Uniti, e la super potenza economica Cina, ma anche India e Israele hanno provato (questi ultimi senza successo) a  raggiungere il suolo lunare.

Il modulo privo di equipaggio Dragon 2 attracca alla Stazione Spaziale Internazionale (©SpaceX)

Il 2019, dello Spazio, un anno di storia raccontato in breve 

È appena iniziato l’anno (il 3 gennaio) quando la sonda cinese Chang’e-4 atterra per la prima volta sul lato occulto della Luna, facendo della Cina il terzo Paese a raggiungere il nostro satellite.  La missione presenta una forte sfida tecnologica: Chang’e-4 trovandosi sulla faccia nascosta della Luna, non è visibile dai ricevitori terrestri, e per comunicare ha bisogno di un satellite che faccia da ponte radio con la la Terra. I cinesi sono stati i primi a sviluppare questo tipo di tecnologia di rete satellitare per telecomunicazioni lunari.

Il 2019 è stato anche l’anno in cui abbiamo assistito al lento ma progressivo avanzamento del  NASA’s Commercial Crew Program (programma per gli “equipaggi commerciali”) che ha come obiettivo la ripresa dei viaggi spaziali con astronauti a bordo.  A marzo è toccato  alla navicella Dragon 2 di SpaceX,  mentre a dicembre a Starliner, fabbricata da Boeing.  Entrambe le capsule hanno effettuato test di volo privi di equipaggio.

La missione Dragon 2 è stata un successo, in quanto la navicella di SpaceX ha superato brillantemente anche il “test di abbandono”,  che verifIca la capacità  di allontanarsi in sicurezza  dal razzo in condizioni critiche , e ora è pronta a trasportare i prossimi astronauti. Per Starliner  la strada è invece in salita, in quanto gli ingegneri devono risolvere i problemi che hanno causato un malfunzionamento del timer di bordo della precedente missione,  determinandone  il rientro anticipato. 

Il 2019 sarà anche ricordato come l’anno in cui per la prima volta una navicella “privata” ha tentato un allunaggio. Si tratta dell’israeliana  Beresheet dell’organizzazione non-profit  SpaceIL.  Beresheet è una missione a basso costo, solo settantasette milioni di dollari rispetto alle centinaia spese da USA e Cina per lo stesso intento.

Beresheet  vuol dire Genesi , un nomebiblico, che significa “origine”, ma che non è stato sufficiente a garantire il successo della missione che avrebbe dovuto segnare l’inizio del progetto commerciale israeliano.  La sonda infatti  ha sfiorato la superficie lunare, ma è  precipitata schiantandosi nell’impatto col satellite.

Ultimi del 2019 a tentare la scalata alla Luna gli indiani con la missione Chandrayaan-2. La sonda e  i suoi componenti sono stati tutti rigorosamente e orgogliosamente fabbricati in India.  Purtroppo la spinta di un’intera nazione non è stata sufficiente: la sonda si è distrutta senza mai toccare il suolo lunare.

Fotografia del lander Chang’e 4 sul suolo lunare scattata dal rover (CLEP_Doug Ellison, Twitter)

La Luna è di tutti”. E il mercato è sempre più affollato

“Lo spazio è di tutti “ è il motto dell’azienda tedesca Planetary Transportation Systems (PTS) che sottolinea che la corsa alla Luna non è solo un affare di stato.  L’obiettivo dell’azienda di Berlino è infatti abbassare i costi per offrire servizi di trasporto lunare abbordabili anche a semplici privati.

La prima missione Moon to the Moon (Luna alla Luna) è programmata per il 2021 in collaborazione con aziende del calibro di Vodafone e Audi.

Il 2021 potrebbe essere anche l’anno della  prima missione lunare commerciale.  La giapponese Ispace lancerà la  missione HAKUTO-R con l’obiettivo di fare del vero e proprio business lunare, cercando di sviluppare un mercato integrato nell’economia terrestre. Da un punto di vista pratico l’azienda offre vari servizi  tra cui analisi e vendita di dati della superficie lunare e lo scarico di merci per privati e enti di stato.

Il mercato lunare è in piena espansione: lo dimostra l’interesse di altre due aziende private americane Astrobotic e Intuitive Machine, entrambe nel programma commerciale della NASA, che contano di effettuare le prime missioni commerciali nel 2021 con l’obiettivo di spedire carichi sulla Luna per conto di governi, compagnie private, università e semplici cittadini. Sul loro sito web è perfino possibile ordinare la spedizione di un pacco lunare con oggetti di piccola taglia, come un anello di fidanzamento o una foto.

Anche la NASA  le ha appena incaricate, nell’ambito del programma Artemis,  di inviare sulla Luna una serie di strumenti scientifici per raccogliere i primi  dati della “seconda era lunare”.

Il 2021 sarà probabilmente anche l’anno della prima volta per il Regno Unito. L’azienda inglese Spacebit ha programmato, insieme ad Astrobotic (che fornirà il lander, il veicolo di atterraggio),

il lancio del primo robot per l’esplorazione lunare, che dovrebbe essere successivamente seguito da un‘intera flotta di robottini esploratori per individuare le zone dove sono presenti dei tunnel lavici (grotte laviche) sufficientemente grandi da poter ospitare  insediamenti umani.

Render del robot che sarà protagonista della missione lunare inglese Spacebit nel 2021 (photo_Spacebit.com)

Sembra proprio che la “riconquista” umana della Luna sia diventata una priorità per pubblici e privati.  Dopo mezzo secolo gli intenti però sono diversi.

Andare sulla Luna è la prima cosa da fare prima di qualunque altra conquista spaziale, il cui obiettivo principale è naturalmente il pianeta Marte.

Settore lunare prima e dopo l’impatto del modulo Beresheet (©The Planetary Society)

L’esplorazione lunare si è in un certo senso democratizzata, il contributo dei privati nella nuova era spaziale non è trascurabile. Questa è una delle tematiche affrontate dal  Laboratorio di ricerca in storia e comunicazione della scienza Design of Science dell’Università di Ferrara nell’ambito delle attività legate alla mostra “Spazio 2019. Scienza e immaginario a cinquant’anni dallo sbarco sulla Luna”.  attraverso il ciclo di conferenze “Non voglio mica la Luna”.

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